302012
“Nullus enim locus sine genio est” diceva il saggio Servio, “Non vi è luogo senza il suo genio”. Mettersi in ascolto, osservare; questo facevano gli antichi prima di intervenire su un luogo. Quello che sicuramente avranno fatto anche gli abitanti delle numerose ville rustiche romane che si trovano sotto questo lembo di terra. Noi vorremmo cominciare da questo, tutelare l’identità di questo luogo, prima che sia troppo tardi, recuperare la sua storia i suoi saperi rurali e quel sano rapporto tra la terra e l’uomo. Quel rapporto che consacra la bellezza, quella naturale non artefatta, quella che suscita stupore, e dalla quale attingere per ritrovare armonia e benessere.
Arte Romana Imperiale – Flora
(Genio femminile del regno vegetale )
La fetta di terreno che vogliamo tutelare, si trova tra i quartieri di Dragona e Dragoncello, ed è chiamata dagli abitanti del posto, “La Saffa“(Foto 1). A Nord, verso il Tevere, confina con la Riserva Statale del Litorale Romano, e a Sud con Via dei Romagnoli.
Foto 1 – Confini dell’area
Quest’area rappresenta ad oggi, per entrambi i quartieri, l’unica occasione di riscatto in termini di qualità della vita; grandi spazi immersi nel verde ricchi di storia e reperti archeologici, dove organizzare eventi, giocare, rilassarsi, fare sport, coltivare (orti urbani) e portare a spasso i cani, ovvero, un’importante risorsa a livello aggregativo, naturalistico e storico.
L’area come detto confina con la Riserva Naturale del litorale Romano e costituisce quindi un’importante corridoio ecologico. Al suo interno inoltre, esiste un parco, allestito più di 40 anni fà e poi abbandonato, e numerosi reperti archeologici (5 ville romane e un pezzo di acquedotto) così come specificato nel Decreto del Ministero dei beni culturali del 1 agosto del 1985.
Presto però, come indicato nel Piano Particolareggiato di Dragona il nostro Drago sarà molto appesantito, avrà nella pancia tonnellate di cemento e una lunga strada asfaltata che deturperà un intero lato del suo corpo.
Foto2 – Piano particolareggiato di Dragona
L’area, con la Delibera di c.c. n. 13/2001 è rientrata nel Piano di Recupero Urbano (PRU) Acilia-Dragona, (ex art 11 L. 493793), uno strumento urbanistico, che avrebbe dovuto garantire al territorio, la valorizzazione dei beni naturalistici e storici, e la creazione di luoghi di aggregazione.
A distanza di più di 10 anni dall’approvazione del PRU non c’è niente di tutto questo, anzi, lo scenario è preoccupante; sembrerebbe che le opere residenziali, ferme per inadempienze da parte del Comune, verranno presto sbloccate, senza però dare più garanzia sull’attuazione delle opere pubbliche allora concordate come opere a scomputo, ovvero quelle opere che erano state previste per garantire la qualità di vita dei quartieri.
Niente servizi quindi, niente riqualifica dei quartieri, ma solo opere residenziali che porteranno presto al collasso di quelle che sono ad oggi le poche e insufficienti infrastrutture di servizio dei quartieri (sistema idraulico, impianti di depurazione, scuole, luoghi aggregativi).