In questa sezione sono raccolti quelli che sono stati negli anni alcuni tentativi di riqualificazione del territorio volti  a rivalutarne le potenzialità aggregative e culturali.

Idee progettuali per il quartiere del XXI secolo
Riscoprire il nostro territorio

(estratto  da “Dragone geneologia di un quartiere”  di Pietro Labbadia)  

 

 “…..Il territorio ostiense meglio identificato come il XIII Municipio di Roma ci offre, oltre al ben noto e meraviglioso patrimonio archeologico di Ostia Antica, Porto ecc. un ricco hinterland dove sono numerosi i siti archeologici e le bellezze naturali di notevole interesse ma ingiustamente sottovalutate.

La prima parte del programma riguardante il recupero del patrimonio archeologico prevede:

  • Rivalutazione dell’area archeologica di Dragoncello (villae rusticae) con particolare interesse per quella di Dragona, con la dotazione dell’area di una adeguata segnaletica stradale e l’esposizione di pannelli didattici che ne illustrino la storia.
    La zona, che tra l’altro è l’unica che può offrire un sito quasi totalmente portato alla luce e quindi visitabile, potrebbe dotarsi di un gruppo di volontari addetti alla pulitura periodica dell’area dalle erbacce (ipotesi di adozione del sito ad opera del Comitato Cittadino di Dragona) e di provvedere alla recinzione della stessa, è, infatti, ritenuto di fondamentale importanza il colgimento, laddove sia possibile, dei cittadini al fine di creare quel cordone di responsabilità che costituisce la coscienza di un territorio.

    Lo scavo per ora parziale dell’area potrebbe essere integrato e sul modello inglese essere aperto al pubblico proprio durante i lavori.
    E’ infatti consolidata in Inghilterra ma da qualche tempo anche in Italia (Roma in vari scavi della soprintendenza) la prassi di aprire gli scavi ai visitatori, di far pagare loro un biglietto di ingresso che contribuirebbe a finanziare la ricerca e la successiva conservazione, di distribuire opuscoli informativi, di allestire con pannelli esplicativi un percorso che rimandano a numeri visibili anche di lontano sullo scavo, di organizzare piccole mostre del materiale rinvenuto, vendita di libri e ricordi riguardanti lo scavo (esemplare è il caso dello scavo di Coppergate a York, visitato da un milione di persone). Allestimento dell’area con attrezzature di ristoro e messa a dimora intorno all’area di alberi da ombra (pini, platani, ulivi). Organizzazione di visite guidate mensili ed in occasione della settimana della cultura.
  • Recupero dello splendido Casale di Corte Grande nel centro di Dragona o individuazione di una sede alternativa ed appropriata, che possa assolvere alle funzioni di sede per attività culturali.
    In un ipotetico Centro di documentazione del territorio potrebbero infatti trovare spazio alcuni reperti archeologici rinvenuti nelle precedenti campagne di scavo e che sono stati collocati nei depositi e nei magazzini, centro di catalogazione e monitoraggio del patrimonio archeologico, architettonico,artistico e storico, sede di conferenze, mostre e manifestazioni di carattere culturale del territorio ostiense e nel quale inserirvi una biblioteca con una sezione specifica, archeologica e storica in cui sia disponibile un sufficiente materiale specifico sul territorio ostiense.

    Destinare parte degli spazi all’esposizione del materiale della Fondazione Domenico Agostinelli.
  • la rivalutazione dell’area archeologica di Ficana, con la dotazione dell’area di una adeguata segnaletica stradale e l’esposizione di pannelli didattici che ne illustrino la storia.
    Ripresa della campagna di scavo da parte della Soprintendenza Archeologia di Ostia (si auspica, dopo le passate esperienze positive, con la collaborazione degli istituti nordici) tutela e conservazione del sito, e laddove fosse possibile accesso al pubblico periodicamente o semplicemente durante la settimana della cultura.

    Svolgimento nelle scuole ed in altre sedi di un ciclo di conferenze per promuovere tra i giovani e gli adulti la conoscenza storica dei vari siti archeologici, presenti sul nostro territorio.
    Al momento, tenuto conto dei fattori diversificati che determinano una complessa situazione riguardante l’accesso all’area, il coinvolgimento del sito archeologico di Ficana all’interno del progetto è quello di promuovere una forte campagna informativa e di sensibilizzazione della comunità su l’importanza storica della leggendaria città latina, attraverso l’allestimento di mostre permanenti o temporanee e l’esposizione di una serie di pannelli didattici permanenti pressoPiazza Capelvenere ad Acilia, ed una diffusione sul territorio di testi specifici sulla città (di cui al momento, soltanto alcuni sono reperibili nella biblioteca comunale “Elsa Morante” di Ostia, e in quella della S.A.O.) e di materiale informativo oggi totalmente assente.

Con un forte interesse e consenso mostrato verso l’iniziativa, si potrebbe parlare di un ampliamento della stessa, concependo la realizzazione del grande parco naturalistico ed archeologico del Basso Tevere*che oltre a comprendere le importanti aree di Ostia Antica e di Porto, potrebbe includere anche quegli ulteriori siti che sorgono lungo il fiume.

Il tutto diverrebbe visitabile, grazie ai percorsi studiati dal comune di Roma per il passaggio delle famose piste ciclabili (non ancora realizzate); ma anche da quelle suggestive gite in barca che partendo da Fiumicino farebbero tappa nei vari siti fino ad arrivare alle porte di Roma.

I percorsi ciclabili e pedonali metterebbero in comunicazione l’area archeologica di Ficana, seguendo il tracciato del Tevere lungo il suo argine, passando all’interno della Riserva del Litorale Romano e nell’area archeologica di Dragoncello (Casale Medioevale e villa rustica di Dragona) con un percorso secondario, fino ad arrivare agli scavi di Ostia Antica , qui sarebbe allestita una zona parcheggio (che potrebbe essere situata, dietro il centro di ristoro all’interno degli scavi stessi).
La stessa area archeologica di Ostia Antica potrebbe essere messa in comunicazione, grazie a tali percorsi con l’area archeologica di Porto, seguendo l’antico tracciato della via Severiana.
Questi sentieri di collegamento (piste ciclabili) sarebbero progettati come un lungo viale alberato e attrezzato con piccole aree di sosta lungo il suo tragitto.
Per quanto riguarda la sicurezza nell’area, il progetto prevede una pattuglia di “guardie forestali” a cavallo, in bicicletta o con mezzi elettrici nel pieno rispetto dell’ambiente, che spostandosi anch’essi lungo il tragitto impedirebbero qualsiasi tipo di atto vandalico e consentirebbero un maggiore controllo del territorio circostante dal rischio delle discariche abusive.
Come risulta, i presupposti per un impegno in tal senso sono ampiamente giustificati dalle risorse di cui il territorio dispone, e che da troppo tempo sono colpevolmente dimenticate da coloro che si sono fin qui impegnati per la crescita e lo sviluppo di un’area ricca di potenzialità che possono essere ben integrate con ogni aspetto della vita della comunità, sia esso culturale, di aggregazione che economico.”

*Nel 2010, circa sei anni dopo quest’articolo, è stata presentata una proposta dove si auspica la realizzazione del  “Parco Fluviale del Tevere Sud”.  (la presente nota  non è parte integrante dell’articolo sopra citato)