Attività 1. Preparazione dell’area
1.1 Bonifica dell’area
1.2 Sfalcio dell’erba e potature
1.3 Interventi di rinaturalizzazione: recupero e impianto di piante autoctone
1.4 Messa in sicurezza alberature esistenti
1.5 Ripristino sistema di irrigazione
Il terreno a causa di sondaggi archeologici presenta numerosi dislivelli e in alcuni punti necessita di bonifica. Bisognerà procedere a interventi mirati di sistemazione del suolo cercando di non stravolgere l’ecosistema esistente e utilizzano ove possibile alcuni di questi dislivelli per creare opportunità di gioco per i più piccoli.
In quest’area circa 30 anni fa vennero piantati centinaia di alberi tra cui: aceri, lecci, ulivi, eucalipti argentati e pini, che potevano beneficiare di un efficiente sistema di irrigazione, ad oggi non più in funzione.
Con la consulenza gratuita di alcuni esperti, si procederà: al recupero e impianto della flora autoctona del luogo; alla messa in sicurezza degli alberi già esistenti; al recupero del sistema di irrigazione per la messa in opera di fontanelle.
Attività 2 Progettazione degli ambienti naturali
2.1 Il Bosco
2.2 Il Prato
2.3 L’area archeologica
2.4 I sentieri e percorsi naturalistici
2.5 Le aree ristoro
2.6 Le aree gioco e didattica
2.7 Gli orti urbani, didatici e sociali
2.8 Area attrezzata sfalci
2.9 Aree Cani
Il Parco verrà progettato in modo tale da non stravolgere e compromettere il suo attuale ecosistema, si cercherà anzi di valorizzare ogni suo ambiente, lasciando zone semi-naturali, dove rovi, prati, canneti e stagni oltre ad essere zone di rifugio e cibo per molti animali (istrici, volpi, fagiani ecc.), saranno anche ottimi spunti di gioco e osservazione per i i più piccoli.
2.1 Il Bosco
Nell’allestimento arboreo del Parco si utilizzeranno dei sistemi di coltivazione multifunzionale a bassa manutenzione (giardino naturale, food forest) che prendono a modello l’ecosistema di una foresta e che quindi privilegiano le specie vegetali autoctone o naturalizzate, adatte cioè al clima e ai terreni locali, più resistenti, più utili alla fauna selvatica, e meno bisognose di cure.
La scelta ricadrà soprattutto, su alberi e arbusti di frutta selvatica e erbacee a scopo officinale e alimentare. Via libera quindi a meli, peri e ciliegi selvatici, ma anche a arbusti come: more, nocciole,rose canine, ginepro, sambuco e corniolo, e a erbe e fiori commestibili.
Gli alberi verranno piantati a gruppi o a fasce perché si rivelano più favorevoli all’insediamento della fauna, mescolando tra loro alberi d’alto fusto, arbusti, cespugli, specie da sottobosco; occorre quindi ricreare quello che avviene in un normale bosco spontaneo. E importante la presenza di siepi miste, possibilmente ricche di bacche e di fiori che serviranno sia da nutrimento per gli uccelli e gli insetti, sia da riparo, importante anche la presenza di specie aromatiche e profumate (angoli odorosi).
Le foglie caduche non andranno raccolte, ma lasciate ai piedi degli alberi dove si trasformeranno in prezioso humus e ripareranno le radici da un’eccessiva evaporazione, riducendo in questo modo anche la necessità di irrigazione persino eventuali rami morti saranno preziosi in un simile contesto per l’opportunità che offrono a molte specie di animali di ripararsi, ma anche perché forniranno l’habitat ideale per l’insediamento di funghi.
2.2 Il Prato
Nel nostro Parco ci saranno anche molte aree dedicate a prato. A parte quelle dedicate ad attività ludiche e di ristoro in cui l’erba sarà necessariamente tenuta bassa, ci saranno anche aree dedicate alla coltivazione di fiori e erbe selvatiche, i così detti “wildeflowers”.
Saranno aree che non avranno niente a che vedere con il concetto di prato erboso tipico dei giardini o dei parchi di città che consistono in distese monocromatiche asettiche e di difficile e costosa manutenzione. Questi luoghi chiamati “Giardini delle farfalle” saranno invece luoghi pieni di vita e di colore, dove sarà possibile ammirare non solo farfalle, ma anche api, bombi, falene, uccelli e piccoli mammiferi che contribuiranno a completare il ciclo biologico del nostro giardino e a risvegliare nei visitatori del parco la propensione istintiva per ciò che è bello e naturale.
Lo sfalcio andrà fatto solo un palio di volte l’anno, per permettere la vita di specie che nidificano nei prati e anche per permettere alle piante di andare in semenza e quindi di riprodursi.
Il prato sarà corredato da numerosi pannelli didattici relativi alle specie vegetali e animali presenti, il cui censimento sarà a cura di volontari, ovvero: amanti della fotografia, del birdwatching, di scolaresche in percorsi didattici, o semplici cittadini appassionati di natura.
In questi pannelli si cercherà di sensibilizzare i visitatori del parco sull’utilità della pratica dei wildeflowers, in modo anche da sostenere le diverse campagne in atto su questi temi (greenpace, e club farfalle a roma).
Una pratica questa dei wildeflowers che porterà giovamento anche agli orti e ai visitatori del bosco in quanto contribuisce al contenimento di insetti dannosi che recano problemi agli ortaggi e alle persone.
L’idea è di estenderne l’uso anche nelle zone agricole circostanti, incoraggiando i proprietari delle aziende agricole all’uso di aree di compensazione ecologica ( wildeflower strips) ovvero all’utilizzo di siepi campestri e fasce erbose seminate o spontanee all’interno e ai margini dei campi coltivati. Tale pratica oltre ad arricchire la fauna utile all’agricoltura, contribuirà a migliorare l’estetica del paesaggio e il suo valore ricreativo e a trasmettere una nuova percezione dell’agricoltura, avvicinandola al cittadino e facendola compenetrare nei quartieri rendendola parte integrante.
*Convegno e Manuale ISPRA
2.3 L’area archeologica
Nel Decreto del Ministero dei beni culturali del 1 agosto del 1985 sono elencate e dettagliate con cartine, ben 5 ville romane e un pezzo di Acquedotto che si estendono fino al Tevere.
Gli scavi condotti dall’archeologo Angelo Pellegrino della Soprintendenza Archeologica di Ostia ne hanno messo in luce una di queste proprio nell’area del quartiere di Dragona su cui intende intervenire il presente progetto.
Il sito archeologico, di notevole grandezza (circa 25.000 mq) e databile agli inizi del I secolo a.c., circa 10 anni è stato già oggetto di una proposta di riqualificazione, che qui vorremmo riproporre:
…..Il sito per quanto concerne la sua gestione potrebbe essere adottato da un’associazione del territorio o cooperativa sociale, che si occuperebbe oltre all’organizzazione di visite di studio, anche della sua salvaguardia e tutela. Il tutto sempre in collaborazione e dopo autorizzazione della Soprintendenza Archeologica di Ostia…….Lo scavo per ora parziale dell’area potrebbe essere integrato e sul modello inglese essere aperto al pubblico proprio durante i lavori. E’ infatti consolidata in Inghilterra ma da qualche tempo anche in Italia (Roma in vari scavi della soprintendenza) la prassi di aprire gli scavi ai visitatori, di far pagare loro un biglietto d’ingresso che contribuirebbe a finanziare la ricerca e la successiva conservazione, di distribuire opuscoli informativi, di allestire con pannelli esplicativi un percorso che rimandano a numeri visibili anche di lontano sullo scavo, di organizzare piccole mostre del materiale rinvenuto, vendita di libri e ricordi riguardanti lo scavo.”
(Fonte: “Geneologia di un quartiere” di Piero Labbadia )
L’idea, in sintesi, è quella di promuovere attività e azioni volte a sensibilizzare e quindi a tutelare questo importante patrimonio, in modo da restituire alla città di Roma un nuovo punto turistico.
2.4 I Sentieri e percorsi naturalistici
Saranno sentieri battuti e pianeggianti facilmente fruibili e metteranno in comunicazione le diverse aree del parco tra cui le aree ristoro, quelle archeologiche, gli orti, gli angoli odorosi, i giardini delle farfalle e le aree selvagge dove sarà possibile assaporare frutti selvatici, odorare essenze, ascoltare i rumori del bosco e godere della vista dei mille colori della natura. Un posto ideale quindi per amanti della fotografia, del birdwatching e scolaresche in percorsi didattici.
Scopo principale di questi sentieri sarà quello di valorizzare l’importante patrimonio naturalistico e culturale del posto mediante forme di fruizione compatibili e sostenibili:passeggiate a piedi, in bici e a cavallo che potranno collegarsi con i percorsi del Comune di Roma e rientrare in quelle che sono le attività escursionistiche di alcune associazioni del territorio tra cui il CEA
Ecoitinerari del Comune di Roma
Percorso Ostia in Bici: tappe nei poli culturali e naturalistici del X Municipio. In ordine di partenza: la Pineta di Castelfusano, il Borgo di Ostia Antica, gli antichi argini del Tevere a Saline, le aree Agricole di Ostia Antica e Dragona e le sue ville rustiche romane, Monte Cugno (sede dell’antica città di Ficana).
Il nostro Parco si inserirebbe, quindi, in questa rete di percorsi e sarebbe un ottimo punto di partenza per percorsi storico naturalisti e eventi sportivi che, attraverso reperti archeologici, casali antichi e fattorie, arriverebbero fino l’argine del Tevere per poi proseguire verso il mare o il centro della città.
A tal proposito si cercherà di sensibilizzare il municipio sull’opportunità di un rafforzamento della rete a due ruote, incentivando il bike sharin e posizionando rastrelliere in prossimità di fermate di autobus e stazioni della metropolitana.
I sentieri saranno corredati da numerosi pannelli esplicativi relativi alle specie vegetali e animali, nonché da informazioni sui numerosi reperti archeologici presenti. L’idea è anche quella di collaborare al ripristino della cartellonistica della Riserva del Litorale ormai quasi del tutto assente.
2.5 Aree ristoro
Saranno aree ad erba bassa dove verranno allestiti pergolati, panchine e tavoli, il tutto rigorosamente riciclato, ovvero ricavato da materiale di risulta da interventi di potature; incontri didattici, feste, raduni scout ecc.
2.6 Aree gioco e didattica
Le aree gioco da noi pensate sono ispirate al manifesto dei diritti dei bambini, di Gianfranco Zavelloni.
L’intento è quello di creare spazi naturali di gioco a misura di bambino, luoghi belli e affascinanti che attraggano la loro immaginazione e la loro curiosità, senza l’esigenza di grandi spese economiche.
Architetture di piante, montagnole d’erba, labirinti di siepi, dislivelli, orti, giochi di equilibrio, sedute con materiali naturali, osservatori segreti, rami intrecciati, tronchi; saranno questi i giochi del parco, insieme a grandi aree pianeggianti adibite a giochi con la palla (calcio, pallavolo ecc).
Il Parco avrà anche una funzione di luogo didattico per le scuole; oltre a correre, saltare, rotolarsi, sarà anche un luogo dove operare, lavorare, sporcarsi, manipolare, toccare, odorare, conoscere e comprendere.
A tal proposito l’idea sarebbe quella di ospitare all’interno del Parco una Scuola nel Bosco(vedi esperienza di Ostia Ontica).
Si tenga presente che nel Piano Particolareggiato di Dragona è già previsto da tempo la costruzione di una Materna e un Asilo Nido e questa soluzione potrebbe rappresentare, come citato nelle ultime righe di questo articolo, un’ottima opportunità di risparmio di risorse.
Il nostro Parco sarà anche un luogo dove si potrà riscoprire la magia dei giochi antichi, in occasione di incontri ed eventi a tema, avvalendosi della collaborazione di una preziosa risorsa del posto Oscar Mattei, in arte “Nonno Oscar”.
A tal proposito è stata presentata già diversi anni fa dal Comitato di Dragoncello una petizione per adibire uno dei numerosi Casali rurali poco distanti dal parco, a Museo del Giocattolo.
2.7 Orti urbani, didattici e sociali
Verranno delimitate delle aree che saranno dedicate alla coltivazione di ortaggi, corredati ove possibile, da fontanelle.
Gli orti saranno un’ottima occasione di aggregazione ma anche un’esperienza di incontro fra popoli di tradizioni e culture diverse, e quindi un’occasione di educazione alla multiculturalità.
“ […] Il lavoro della terra regala una grande gioia, il rispetto per la natura, le conoscenze dei cicli delle piante e delle stagioni, del modo di produrre il cibo e di alimentarsi correttamente senza creare rifiuti….ci piace pensare a orti dove sono coinvolti i bambini su cui vegliamo noi grandi nonni nonne e genitori e insieme ci prendiamo cura delle piante. Insieme poi racogliamo i frutti e i semi.[…]”
(Fonte: www.ortidipace.org)
2.8 Area attrezzata sfalci
In quest’area confluiranno tutti gli sfalci e le ramaglie prodotte dai quartieri e in parte minima dal parco.
Questo luogo diventerà anche il luogo dove attingere materie prime per l’allestimento del parco: pannelli esplicativi, sedute, pacciamatura per aiule e sentieri, ma anche giochi e strumenti didattici per le scuole.
2.9 Aree Cani
Aree recintate a erba bassa possibilmente con fontanella, gestita dai proprietari dell’animale.
Attività 3. Lavoro di rete sul territorio
3.1 Attivazione di Laboratori Ambientali per le scuole
Il parco si propone come uno spazio in cui natura ed educazione trovano il loro equilibrio.
A questo scopo saranno coinvolte le scuole limitrofe di diverso ordine e grado per sperimentare l’ora di ‘Laboratorio ambientale’ ovvero una mattina fuori dalle aule con funzione ludica, di socializzazione e di didattica per coinvolgere le giovani generazioni su temi:
- Scientifici:studio del suolo, della biodiversità vegetale e animale, – censimenti floristici e faunistici per la creazione “dell’Erbario del Drago” – monitoraggi ambientali
- Storici: studio origini del luogo; insediamenti antichi romani e preromani, miti e leggende – studio usanze e tradizioni contadine avvalendosi della collaborazione del museo Agostinelli
- Artistici: attività artistiche: disegno e fotografia naturalistica, Land Art – studio delle correnti artistiche legate ai paesaggi della Campagna Romana, tra cui i “XXV della Campagna Romana”.
- Ecologici: coinvolgimento degli studenti nell’allestimento del parco: habitat artificiali: muretti a secco, strutture ripari e nidi artificiali per insetti e uccelli, bugs hotel, batbox,
- Socioculturali: attività intergenerazionali con anziani e giovani del territorio “Cantieri della manualità”: laboratori giocattoli antichi (avvalendosi della collaborazione di Nonno Oscar), laboratori vecchi mestieri: cestineria, falegnameria, ecc;
orti sociali e didattici.
3.2 Recupero e co-gestione dei Casali rurali
“[…] Gli edifici di architettura rurale presenti nel territorio e quelli ricadenti all’interno della Riserva Statale del Litorale Romano andrebbero documentati, catalogati, mappati ed utilizzati per finalità didattiche e ricettive della riserva stessa. Su segnalazione dei locali Comitati di Quartiere ed Associazioni Culturali, e di molti cittadini interessati alla tutela del nostro Patrimonio Storico, si vorrebbero sensibilizzare gli uffici competenti dell’amministrazione pubblica e la Sovraintendenza Comunale di Roma (Ufficio Carta dell’Agro Romano) affinché si attivino per promuovere, un intervento a tutela e salvaguardia e documentazione del patrimonio in questione.
Il Patrimonio storico di edilizia rurale è un bene paesaggistico, che ha un valore estetico e tradizionale e sorge tra l’altro a ridosso di in un area di valore ambientale (Riserva Statale del Litorale Romano). I fabbricati in attuazione del D.L. 42/2004 potrebbero rientrare nella “tipologia di architettura rurale avente interesse storico o etnoantropologico quale testimonianza dell’economia rurale tradizionale” e in tal modo essere vincolati, e salvati da insensate speculazioni edilizie.”
(Fonte: Piero Labbadia dal sito del Comitato di Quartiere di Dragona)
In base a quanto già segnalato e richiesto dai cittadini, l’Associazione si impegna a coinvolgere altre realtà del territorio per recuperare e cogestire i numerosi casali rurali presenti all’interno dell’area. Luoghi che saranno innanzitutto sede di associazioni del territorio quali: comitati cittadini, scout, associazioni di volontariato; e dove si svolgeranno: incontri e laboratori su temi ambientali, uscite sul territorio per le classi, corsi di approfondimento sulle tematiche della conservazione ambientale, campi scuola per elementari e medie, campi estivi per studenti stranieri.
Inoltre questi luoghi potrebbero ospitare anche un centro di documentazione e una biblioteca legata al territorio.
Di seguito alcuni esempi di impiego:
Centri di Educazione ambientale (le case del Parco)
Scuola nel Bosco
Museo tradizione contadina
Museo giochi antichi
Risorse
Per coprire i costi di riqualificazione del Parco e messa in opera delle azioni proposte, si intende diversificare le linee di finanziamento includendo:
Eventidiautofinanziamento
Crowdfunding
Fondi Europei
Fonti
“Immaginiamo il futuro della Riserva” CEA Riserva Statale Litorale Romano
“‘Prove tecniche di cittadinanza attiva” Legambiente Mondi possibili
“Dragone: Geneaologia di un Quartiere” Piero Labbadia
“Il Giardino naturale” Isabella Colombo
Progetto Comitato promotore Parco della cellulosa
“Articolo su permacultura” Tiziano Codiferro
www.tecnologieappropriate
www. orti di pace
Gianfranco Zavelloni
www.civiltà contadina
“Resilienza e Sostenibilità le parole chiare per rilanciare l’economia in ottica green” Emanuele Lodolini
Il divulgatore n. 1-2/2005 “Manuale per la gestione ecologica di parchi e giardini”
“‘Ecologia creativa: come le piante spontanee possono riconnettere il tessuto urbano” Veronica Ulivieri
“Fod Forest: un’alternastiva all’orto tradizionale” Elena Parmiggiani
www.mammeacrobate